Autunno al Lago Santo Modenese, 16° parte…

 “…. Il mio giro fotografico in questo luogo magico si sta per concludere, questa è la penultima puntata, poi seguirà un’altra narrazione autunnale, ma cambieremo scenari e ci avvicineremo a quelle che sono le tinte e le atmosfere che precedono l’inverno…

L’autunno è una stagione che in qualche modo può racchiudere la metafora della vita, sa essere meravigliosa ed effimera allo stesso tempo. Si cresce, ci s’innamora, si raggiunge l’apice della bellezza, e poi in men che non si dica si vive di ricordi. Ma la bellezza è racchiusa in ogni pensiero, in ogni piccolo particolare che ricordiamo…

Proprio come questi boschi, noi siamo tutti i colori del mondo, in noi si nascondono tutte le stagioni, non dobbiamo mai smettere di vedere la bellezza che è in noi e attorno a noi. Tutto ciò che osserviamo, che ascoltiamo, fa parte del nostro vissuto, della nostra meravigliosa esistenza…

Nei nostri occhi splende la luce, come in questo lago, ognuno riflette la sua bellezza, quella che abbiamo dentro, quella che non smette di risplendere nell’autunno della vita, ma che prosegue ad illuminarci, con quella luce immensa che accende ogni cosa, ogni pensiero, ogni sogno…

Noi siamo il colore delle nostre emozioni, le immense distese di pensieri che giacciono in noi, quei pensieri che ci possono portare altrove, in mondi paralleli, dove possiamo essere ciò che vogliamo, liberi di crescere nella libertà dei nostri sogni….

Ed ora la prima delle sorprese, quelle che preannuncia l’ultima puntata. In un piccolo vialetto adiacente la chiesetta ecco spuntare delle statue in pietra, dei piccoli monoliti così perfetti nelle loro sembianze, che passandoci davanti si ha quasi l’impressione di sentirli parlare…

Come avrete capito l’ultima puntata sarà densa di sorprese, e dunque non potete mancare, la scriverò mercoledì sera. Un grazie a tutti coloro che mi lasciano bellissimi commenti, e anche a tutti coloro che leggono e basta, spesso anche nel silenzio delle idee si rimane felici lo stesso per ciò che si è visto o letto….” 

 

 

 

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